Rosa Pierno, Musicale




UNIONE


Un accordo ibrido, incrocio tra forme estese di due accordi. L’estensione determinata dall’armonia amorosa. Accordo temporaneo, oltre che dotato di pause. Un passaggio di transizione, generato da una traslazione di armonie, realizza la sovrapposizione di due corpi. Ancora enfasi su una sequenza di frasi ripetute in maniera ossessiva, spesso fuori luogo. Una terza sezione di viole, disposta nel retro dell’orchestra, nascosta da tende viola, genera uno sfondo sostenuto sul quale proietta gli altri strati sonori, bemolle ed ocra. Tre strati separati e un accordo denso, rappreso e mal montato, costringe a un’ennesima azione vorticosa. È la sovrapposizione di cori distinti, ognuno con timbri e trame caratteristici che espellono personaggi come umori bavosi, mal integrati, restii all’amalgama persino nella consanguineità. Contrappunto di materiali sonori e di corpi, di sedimenti e di escrementi. Viene utilizzato un vocabolario armonico espanso che cerca di superare l’esangue chiaroscuro in cui sono affossati i corpi, materia indistinta, non più organica. Materia scritturale, d’inchiostro e carta. Le prime quattro rotazioni della sequenza disegnata vedono lui sotto e lei sopra, lei sopra e lui sotto, lui sotto e lei sopra, lei sopra e lui sotto. Sequenza permutata di altezze, divaricatore di scelte, a cui è impossibile sovrapporre una metrica. Le voci si dissolvono in rumore e spariscono. 


AZIONE


Il ritmo degli attacchi renderà martellante il pensiero della fuga. L’alternanza delle voci soliste dominerà progressivamente l’intero tessuto musicale. Risonanze si riflettono sulle pagine fitte di notazioni. Frequenti incursioni di altezze estranee disegnano nel cielo note. L’aggiunta graduale di consonanti arricchisce il linguaggio affiancando le note in un discorso chiarificatore. La tavolozza orchestrale stende sui corpi dormienti tinte inusitate. Il movimento non è uno scherzo. I corpi non si volatilizzano. I frammenti sonori non si riuniscono. Schegge di vetro schizzano e s’infilzano nei legni. I timbri disparati delle voci non trovano accordo. Note in comune tra parti in contrappunto lasciano i corpi separati, aggettanti l’uno verso l’altro, sospesi come echi che annuncino l’avvento finale. Il tema viene invertito. Il corpo femminile richiede una diversa partitura. Viene previsto l’uso di viole viola. Le voci terminano in un foyer. Una sequenza inversa di intervalli fa ripartire la storia dall’inizio.


NOTE


Declinare diversamente, in ogni ripetizione del ciclo, le relazioni interne tra le note. Diversificare la posizione delle note all’interno del foglio. Utilizzare colori contrastanti. L’insieme ritmico non è un’entità cristallizzata. Non è realizzato in materiale vetroso. Si sparpaglino le fila nemiche, s’introducano elementi di scompiglio. Il rosso è sempre il colore più indicato. Se il ritmo è contrastante, è un’alternanza di bianchi e neri. Brevi ‘levare’ che si contrappongono a lunghi ‘battere’. Gli archi scandiscono luce e ombra. Sviluppo di disegni di durate lunghe-brevi. Opposizione di toni interi a toni caldi. Di colori freddi e di sonorità suadenti. Un ingresso vocale dà luogo alla lettura del testo. Questa sequenza, tuttavia, è soggetta a una trasformazione immediata. La voce si zittisce. Le pagine si confondono. Il testo viene letto attraverso gesti. Estremi contrasti nelle durate rendono movimentata la scena. Le minime puntate sono ora regolarmente enfatizzate dal frequente lancio del dado. La permutazione della sequenza non arricchisce il contenuto. Le inevitabili minime equivalgono alle evitabili massime.


SCENE


Le derivazioni plausibili dell’insieme ritmico non si ricavano dalle interpretazioni. Le ripetizioni cicliche portano al punto culminante per poi declinare inverosimilmente in un silenzio piatto e nero. Lo spiegamento dell’opposizione costringe a utilizzare nuovi strumenti persuasivi. Il processo di accumulazione raggiunge un suo primo culmine e poi degrada. L’ispessimento continua per mezzo di quinte parallele da cui sbucano abiti viola, abitualmente esclusi dalla frequentazione di camere musicali sature di toni arancio. Note adiacenti sono assegnate a strumenti differenti. Frasi vengono proiettate da un fascio di luce proveniente dalle profondità intestine della sala. Contributi a una trama multiforme vengono anche dall’irruzione nella camera di mariti e amanti. Accumulazione graduale di componenti fonetiche, strida e sospiri. La maggiore densità armonica rende illeggibile il testo. L’epilogo della versione da camera consente di fruire di spettacoli alternativi.




RIMOSSO


La costruzione è innalzata fino a un punto di drammatica compiutezza. Alla successione di sezioni viene sovrapposto un unico crescente processo di rimozione dei gesti retorici principali e delle battute finali. Viene occultato il violino. Viene rinvenuta la viola in camera. Viene individuata la parola soppressa e il lato oscuro della faccenda. Viene effettuata l’analisi della sostanza psichica e delle note dei frammenti del testo, anche quelli conservati in diari o affidati a foglietti volanti, e della cornice metrica senza la quale non si dà rivelazione finale. E’ prevista un’eventuale aggiunta di quattordici battute nel testo per movimentare le acque. Le contrazioni dell’utero non interrompono la gestazione. Vengono compendiati e distribuiti in una lista elementi utilizzati per spiegare la mancata creazione. Viene dato il via alla caccia la tesoro. Viene dislocato in parentesi il luogo di provenienza dei singoli materiali da riportare alla luce e vengono indicate le modalità di ricerca strutturate in regole predefinite. La sala viene immersa nel buio per convincere gli spettatori che tutto ciò risponde ad annotazioni e a verità sorprendenti.




  


I testi sono tratti da Musicale, Anterem, Verona, 1999. I disegni sono di Francesco Pennisi.