Schubert e il sogno infranto di una rosa


di Mario Fresa 

Composto da uno Schubert diciottenne, il Lied Heidenröslein ci mostra sùbito, con una estrema, trasparente purezza, l’immagine profonda di un sentimento affatto romantico, e in ispecie tedesco: l’avvertimento della perdita e la dolce e lieve osservazione di quella stessa perdita che a poco a poco s'allontana, digrada, finisce. Essa pare sublimata, o risolta nella calma di una strana contemplazione trasognata che fa intendere il dolore già come ricordo, e quel medesimo ricordo come fonte di sublime riabilitazione, di suprema redenzione che sa quasi trasformare la sofferenza in improvvisa letizia, in miracolosa beatitudine. Qui, la realtà si palesa terribile e fatale; ma anche, stravaganza assai tipica della sua essenza incomprensibile, piena d’una fatata e addirittura trasumanata leggerezza che c’insegna una misteriosa e sempre irresolubile verità: ogni tragedia si muove e agisce nello spazio incantesimale del dettaglio, e nell'immisurabile perimetro di ciò che infine è indicibile e minuto; e intimo e incomunicabile. Più grande e straziante è la tragedia, più essa rimane dolentemente riposta nello scrigno del tremendo ineffabile, dell’inesprimibile e dell’inenarrabile.  

Una rosellina, meravigliosa immagine della pura bellezza (perché splendida e breve è la sua vita) è osservata, con indocile curiosità, da un ragazzetto che vuole a tutti costi coglierla, strapparla; la rosellina si difende, minacciando di pungerlo: ma nulla può; e nulla, intanto, può dire (nemmeno può, la povera, bellissima rosa, erompere in un ohi o in un ahi di sconforto); sicché il voglioso e cùpido ragazzo la coglie; la estirpa; la uccide (e in questa lotta non possiamo non riconoscere anche un profondo significato di natura erotica, identificando la rosellina con una fanciulla vergine; e intendendo la sua brutale estirpazione come un autentico violentamento carnale). 

Supplizio immane, quello della rosellina/fanciulla, cantato dal musicista col sostegno di quel divino superamento del senso di angoscia e di perdita di cui prima si scriveva; e con l’amore assoluto ch’è generato da un altro verticale sentimento che diverrà, in futuro, il sostegno teorico e spirituale di un altro sommo musicista di area germanica: il Mitleid; la compassione.
Chi canta, nota con dolce malinconia l'inarrestabile dissoluzione della bellezza causata dalla stolida, insensibile mano bramosa del ragazzo; noi che ascoltiamo il canto (trepidi, indifesi come la pura rosa) stiamo dalla parte di chi osserva lo spezzarsi di quella vita e, quasi, resistiamo pure noi, ma inutilmente, alla perfidia di quella morte innaturale, identificandoci con la rosa stessa: poiché avvertiamo l'esistenza, il nostro peregrinare sulla terra, fragile e temporanea proprio come la vita di quel fiore sfortunato. Eppure, quanta infinita tenerezza è racchiusa nel dolentissimo racconto musicale; e quale arcano senso di nobile accettazione di quell’inesprimibile dramma…

La rosa si stupisce del sogno infranto della sua vita; e la sua tenue resistenza è armoniosa e immacolata, siccome il suo commiato dal mondo.


 


Franz Schubert, Heidenröslein (1815).
Versi di Johann Wolfgang von Goethe.

Sah ein Knab ein Röslein stehn,
Röslein auf der Heiden,
War so jung und morgenschön,
Lief er schnell, es nah zu sehn,
Sah's mit vielen Freuden.
Röslein, Röslein, Röslein rot,
Röslein auf der Heiden.

Knabe sprach: Ich breche dich,
Röslein auf der Heiden!
Röslein sprach: Ich steche dich,
Daß du ewig denkst an mich,
Und ich will's nicht leiden.
Röslein, Röslein, Röslein rot,
Röslein auf der Heiden.

Und der wilde Knabe brach
Röslein auf der Heiden;
Röslein wehrte sich und stach,
Half ihm doch kein Weh und Ach,
Musste es eben leiden.
Röslein, Röslein, Röslein rot,
Röslein auf der Heiden.



Rosellina della landa

Vide un ragazzo una rosellina,
rosellina della landa,
era così giovane, bella come il mattino,
corse svelto per guardarla da vicino,
e la sua gioia fu tanta.
Rosellina, rosellina, rosellina rossa,
rosellina della landa.

Il ragazzo disse: "Ti coglierò,
rosellina della landa!"
Rosellina disse: "Io ti pungerò,
così che pensi sempre a me,
non subirò la tua bravata."
Rosellina, rosellina, rosellina rossa,
rosellina della landa.

E il rude ragazzo colse
la rosellina della landa;
la rosellina si difese e punse,
né ohi né ahi le valsero,
dovette subire e basta.
Rosellina, rosellina, rosellina rossa, 
rosellina della landa. 

(trad. di Roberto Fertonani)





Nell'esecuzione: Gundula Janowitz, soprano; Irwin Gage, pianoforte. Registrazione dal vivo effettuata nel 1977.